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Le rane di Aristofane nell'ottica di Paola Scollo freccegiovedì 3 ottobre 2013      


In occasione delle Lenee, celebrazioni artistiche dedicati al dio Dioniso Leneo, nel 405 a.C. venne celebrata la commedia di Aristofane delle rane (Βάτραχοι, Bátrachoi). Era il tempo in cui le grandi tragedie stavano perdendo il loro valore e grandi compositori del calibro di Euripide e Sofocle erano ormai caduti nel dimenticatoio. Per scongiurare la decadenza delle arti il dio, protettore delle arti, decide di fare un viaggio nell'Ade per riportare in vita uno dei grandi drammaturghi scomparsi in modo da salvare il teatro greco. Scopo di Aristofane era infatti quello di creare un forte parallelismo tra la decadenza del teatro greco e quella della polis di Atene, che da faro delle patrie elleniche stava divenendo una città secondaria propensa alla decadenza.

Il tutto viene amplificato dal gracchiare delle rane, che richiamano lo spettatore alla tragedia che anche se non è messa in scena viene vissuta in prima persona dai cittadini e dai letterati. L'autrice del saggio, Paola Scollo, catanese laureata all'università di Pisa in Scienze dell’Antichità nel 2010 e redattrice per la rivista online InStoria e per il periodico InStoria - quaderni di percorsi storici, cerca di dare vita nuovamente a questa opera che non esprime solo ciò che si poteva scorgere e percepire all'epoca di Aristofane ma anche quello che abbiamo di fronte ogni giorno nella nostra epoca.

La scomparsa di grandi persone, e soprattutto di valori che devono essere ritrovati forse nell'Ade, luogo in cui sono andati a morire ingegno e arte e dal quale occorre riprenderli rimboccandosi le maniche. Il teatro non è infatti solo diletto ma serve anche e soprattutto a insegnare valori e civiltà, fungendo da pedagogo sociale e aiutando gli spettatori a vivere i drammi di tutti i giorni riuscendo a trovare le energie per superarli. Il testo è in vendita presso il sito della stessa casa editrice GB EditoriA. ©  RIPRODUZIONE RISERVATA

Christian  Vannozzi - vedi tutti gli articoli di Christian  Vannozzi



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In occasione delle Lenee, celebrazioni artistiche dedicati al dio Dioniso Leneo, nel 405 a.C. venne celebrata la commedia di Aristofane delle rane (Βάτραχοι, Bátrachoi). Era il tempo in cui le grandi tragedie stavano perdendo il loro valore e grandi compositori del calibro di Euripide e Sofocle erano ormai caduti nel dimenticatoio. Per scongiurare la decadenza delle arti il dio, protettore delle arti, decide di fare un viaggio nell'Ade per riportare in vita uno dei grandi drammaturghi scomparsi in modo da salvare il teatro greco. Scopo di Aristofane era infatti quello di creare un forte parallelismo tra la decadenza del teatro greco e quella della polis di Atene, che da faro delle patrie elleniche stava divenendo una città secondaria propensa alla decadenza.

Il tutto viene amplificato dal gracchiare delle rane, che richiamano lo spettatore alla tragedia che anche se non è messa in scena viene vissuta in prima persona dai cittadini e dai letterati. L'autrice del saggio, Paola Scollo, catanese laureata all'università di Pisa in Scienze dell’Antichità nel 2010 e redattrice per la rivista online InStoria e per il periodico InStoria - quaderni di percorsi storici, cerca di dare vita nuovamente a questa opera che non esprime solo ciò che si poteva scorgere e percepire all'epoca di Aristofane ma anche quello che abbiamo di fronte ogni giorno nella nostra epoca.

La scomparsa di grandi persone, e soprattutto di valori che devono essere ritrovati forse nell'Ade, luogo in cui sono andati a morire ingegno e arte e dal quale occorre riprenderli rimboccandosi le maniche. Il teatro non è infatti solo diletto ma serve anche e soprattutto a insegnare valori e civiltà, fungendo da pedagogo sociale e aiutando gli spettatori a vivere i drammi di tutti i giorni riuscendo a trovare le energie per superarli. Il testo è in vendita presso il sito della stessa casa editrice GB EditoriA. ©  RIPRODUZIONE RISERVATA

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